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Commenti al testo di Roberto Maggiani
Uomo. Poemetto di bioetica

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 monica martinelli - 08/09/2011 23:06:00 [ leggi altri commenti di monica martinelli » ]

Mi è piaciuta molto questa recensione, tanto più avendo letto e apprezzato il libro di poesie di Maurizio Soldini che ho avuto la possibilità di conoscere proprio alla presentazione di “Uomo. Poemetto di bioetica” che sin dal titolo mi aveva decisamente incuriosita. La sua formazione di medico, ma anche di studioso di filosofia e bioetica si coniuga molto bene con la sua attività poetica in questa raccolta tutta incentrata sull’uomo e sulla vita, entrambi mistero imperscrutabile (“Il senso di un uomo / è soltanto il mistero”), alla ricerca di un senso dell’esistenza (“..questa possibile esperienza di senso..”), e del suo percorso temporale fino alla fine, che evidentemente l’autore sa vedere nel dono, nella felicità, nella libertà che la vita di per sé rappresenta. E come sottolinea Roberto nella recensione, il corpo - che segue anch’esso il suo tempo - ha un ruolo fondamentale in questo libro, il corpo-carne di cui è fatto l’uomo che è congiuntamente anche anima: e qui sta la bellezza del sinolo, il mistero della nascita. Trovo molto emblematica questa poesia: “La scienza ti ha chiamato con dei nomi/zigote blastocisti morula altro ancora/ poi embrione feto… passa parola/perché si sappia in giro/tu sei come sei stato e ancor sarai/ una persona con il corpo e l’anima.”
Bellissimi e intensi i versi che chiudono la raccolta. Questo libro è un canto alla speranza e al sogno, e un messaggio incoraggiante di fiducia (non solo religiosa) nell’uomo. Persino per me che sono una pessimista incallita e non ho molta fiducia nella vita e nell’uomo…
un saluto
monica

 Maria Musik - 07/08/2011 19:09:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questo invito alla lettura è particolarmente accattivante perchè ci proietta verso un libro che "plachi", in questa estate dei misfatti, l’orrore per corpi di profughi annegati, di civili straziati, che distolga da una mercificazione che conduce o all’ossessione o al disgusto. Un’ottica per guardare alle stagioni dell’Uomo in modo diverso, non per dimenticare od estraniarsi da una realtà che va affrontata e mutata ma, forse, proprio per "ricaricarsi", recuperando una diversa quanto reale visione, ed essere pronti ad affrontare l’altra faccia, quella più brutale, dell’esistere.